Il Musicalizador

Il musicalizador nostrano..... strana creatura!!!

Alcuni di voi... magari ancora abbracciati nel bel mezzo di una tanda o persino a notte fonda in macchina su qualche statale poco illuminata alla ricerca dell’imbocco autostradale o ancora a casa finalmente nell’intima privacy del proprio bagno... alcuni di voi  si saranno talvolta chiesti: chi è il musicalizador? Come nasce?
È uno che sa tutto di musica da tangare (o crede di saperlo o almeno ci prova) ma non tanga? E perchè?
"Esiste un gene della musicalizzazione? Cosa lo attiva? Cos'è che, a un certo punto,  spinge alcuni ignari ballerini a desiderare di scegliere la musica per  tutti, piuttosto che i propri passi?  Perché, a un certo punto, questa specie di tanguero oriundo decide di non ballare, rinuncia alla danza  e si mette  proporre la musica per far danzare gli altri?  Perché accade? Vocazione?  Necessità?  Istinto?  Esclusione?  Autarchia? Virtù o devianza?
Come si diventa musicalizador? e soprattutto perchè?
C’è una chiamata? Ti appare la luce?  Oppure l’occasione fa l’uomo ladro e fa il tanguero musicalizador? E chi lo vuole fare... lo sa fare? Chi è il musicalizador? Uno che passava per caso? Un collezionista archivista di mp3? Un ex DJ o un mancato ballerino che si vendica del suo passato insoddisfacente?
E poi… è proprio vero che tutti i musicalizador, una volta raggiunto il loro scopo, sanno quello che fanno? Distinguono i loro gusti personali dalle necessità del loro ruolo? Esiste un codice deontologico della musicalizzazione? Esistono delitti impuniti (e punibili)  della musicalizzazione? E, se sì, perché non si comincia a punirli? A questo  punto è indispensabile individuare i vari esemplari di musicalizador nostrani tutti discendenti dall'italico  ceppo  "Musicalizador  maccheronicus"
Il Musicalizador maccheronicus è ancora una figura sconosciuta nel complesso bestiario della milonga nostrana.  Sappiamo che assolve molteplici funzioni etologiche all’interno del habitat tanguero. Anzitutto il suo compito principale è quello di creare mantenere  le condizioni ottimali di un ecosistema musicale che favorisca e stimoli l’encuentro e la riproduzione  tanguera, abrazo y baile, prevalentemente tra masculo e fimmina e queer. La sua importanza è centrale  nel ciclo riproduttivo della milonga.
ll musicalizador è una specie mediatica, è il tramite tra l'elemento vitale (trascendentale) musica e la terrestre comunità tanguera. Illo contribuisce in modo determinante a creare  le condizioni favorevoli per un perfetto accoppiamento milonguero, mediante la scelta musicale, il dosaggio, il tempismo, il sentimento empatico dei ballerini, della pista, della serata, del momento.
Secondo alcune teorie d’oltreoceano il bravo musicalizador deve saper interpretare e guidare l’energia della milonga, ha il compito di creare un’onda musicale, un flusso di coscienza tanguera in cui sono immerse le anime e i corpi dei tangueri,  un’onda composta dai ballerini stessi che può diventare tempestosa o cullante sotto il vigile controllo della sua volontà. Le varie onde musicali capaci di trascinare l’intera fauna tanguera sono scandite dal Musicalizador maccheronicus (a imitazione di quello porteno)  in sequenze di onde dette tandas. Secondo i rituali dell’archetipo bairense ogni tanda avrebbe, a sua volta, la funzione precisa di lasciare che due esemplari di tangheri (meglio se sconosciuti) si uniscano, nella conoscenza non verbale dell’abrazo e nel luogo elettivo della pista, per la durata di tre quattro tanghi. Insomma attraverso la tanda il musicalizador crea crescenti procedimenti (individuali e collettivi)  di avvicinamento che possono andare dall'eccitamento eccessivo alla noia stroncante. Ad ogni onda-tanda il musicalizzador (quello fedele all'archetipo porteno) dovrebbe fare seguire un intervallo, una cortina che avrebbe la precisa funzione rituale di consentire all’esemplare maschio (o all'esemplare queer) di accompagnare l’esemplare femmina  (o l'esemplare queer) al tavolo di provenienza e lanciarsi all’invito di una nuova/o compagna/o. Consentirebbe anche all’esemplare femmina (o all'esemplare queer) di liberarsi, finalmente!, di un esemplare maschio (in ispecie quelli del tipo "zecca", "piattola" "calamarus recidivus") eventualmente insoddisfacente e indesiderato. Oppure di dare ad entrambi la piacevole possibilità di riconfermarsi l’un l’altra nella scelta (non  più casuale) di accoppiamento.  
Nelle specie più evolute (o più presuntuose, dipende dalla tipologia) il musicalizador assolve anche il compito di educatore dell’ascolto del branco danzante, comunità vasta e variegata - ricordiamo - fatta di esemplari di vario tipo e con necessità musicali disparate (e a volte disperate): si va  dagli esemplari più rozzi e inconsapevoli ancora all’inzio della loro scala evolutiva musicale (incapaci di dare nome persino a la Cumparsita o a Libertango) ad esemplari assai complessi, attentissimi ed esigenti,   bisognosi di ascolti ultrasofisticati, (capaci di distinguere il bandoneon di Stroscio dal quello di Álvarez nella stessa grabacion).
Il musicalizador didattico  (consapevole e fiero di questa funzione del suo ruolo) si riconosce dal fatto che spesso ama “annunciare” il brano scandendo l’autore o l’orchestra che sta per introdurre nella tanda. Da non confondersi con il musicalizador entusiasta (entertainer microfonodipendente) che annuncia qualsiasi cosa, persino “una pizza primavera al tavolo due”. Nelle forme più evolute e rare il musicalizador didattico può trasformarsi in musicalizador gentiluomo (y sentimental) caratterizzato dalla particolare attitudine a mettere e "dedicare" i tanghi prediletti dei ballerini presenti, mostrando con ciò di avere sensibilità e riguardo per i gusti e le preferenze speciali dei milongueri della sua oasi musicale.
Una specie mediamente diffusa nelle nostre pittoresche terre tanguere è il musicalizador ammorbante.
E’ ancora un mistero irrisolto sapere perché questa particolare specie (di tutta la vasta appetitosa produzione musicale che il tango ha secreto in 100  e passa anni di storia)  voglia o sappia scegliere solo ed esclusivamente quella parte di musica insostenibilmente moscia, fatalmente pesante, irriducibilmente scassamaroni. Il musicalizador ammorbante ama selezionare tandas interminabili di tanghi smerigliantemente “ammorbanti”, uniformi tra loro per identità di melodia (a volte sembrano lo stesso brano ripetuto tre volte) e soprattutto  per tipologia ritmo (da marcetta rigorosamente floscia e/o agonizzante, nel migliore dei casi "stitica"). Per la serie "il tango è un pensiero suicida che non si vorrebbe ballare" i tanghi scelti dell’ammorbante sono notoriamente antiriproduttivi, bromurici, mortificano la possibilità di un soddisfacente accoppiamento tanguero, poichè sono tanghi privi di allegria, di brio, della benché minima verve: sono insomma delle vere e proprie lagne moribonde per un qualche compianto estinto. E tra luci basse e musica da requiem viene spesso da chiedersi: ma chi è morto?  il tango appunto, ammazzato dall'ammorbante.
Il musicalizador ammorbante presenta vari tratti che lo rendono facilmente riconoscibile.
1) Anzitutto i gusti e le idiosincrasie. Solitamente non ama Pugliese. Riesce a scovare di ogni suo pezzo (notoriamente entusiasmante e appassionante) una  versione triste, smorta, mortificata. Che rifila come preziosissima chicca!
2) Ha una predilezione per la decada de 20’ (se potesse anche del 10' e su su a salire… verso il medioevotanguero) e per tutto ciò che sa ostentatamente di grammofono miagolo gnau, adora tutte le versioni di prima che nascesse la mamma di Gardel. Le sue tande retrò durano botte di due-tre ore  finchè la pista non si svuota. E lui è contento.
3) E’ incapace, in assoluta ammorbante buona fede, di distinguere un pezzo di tango elettronico buono (visibilmente accattivante e godibile)  da uno visibilmente insopportabile. Li mette indistintamente (costretto dalle richieste) perchè per lui sono la stessa inascoltabile cosa.
4) Ha difficoltà persino con Piazzolla di cui riesce a trovare le cose peggiori, lunghe, monocordi, tendenzialmente tetre. La sua abilità è tale da farti pensare per più di un attimo che Piazzolla è 'na ciofeca.
5) Aborra le milonghe e la loro allegria, come Nosferatus la luce del sole. Se può evita di metterle. E, se proprio è costretto ad inserirle, riesce a mettere delle milonghe lagnosissime. Nei casi più estremi (e viziosi) riesce a trovare persino versioni di milonghe tristi, quasi funeree.
6) Nelle cortine si riprende, inspiegabilmente, con musiche da  balli gruppo, hully gully e limborock. Non va’ mai aldilà degli anni '60.  Altrimenti si confonde
Inutile dire che gli esemplari più esaltati e fanatici di questa categoria  riescono a stroncare una serata e decinaia e decinaia di coppie di volenterosi tangheri  (il fenomeno è detto mattanza milonguera) che, ammorbati da cotanta Smusicalizacion, svuotati da ogni voglia e deseo, svuotano la pista e si spiaggiano  a sedere sotto gli occhi ottusamente indifferenti dell’implacabile ammorbante. Inutile dire che sentendosi un sacerdote del tango illo pratica e promuove la castità tanguera.
Il musicalizador psichedelico ha pochi sostenitori, ma quei pochi sanno apprezzare l’intenzione futurista: tanghi in libertà.  Questa specie ama proporre (spesso senza saperlo, usando il famoso criterio shuffle anche detto comecazzogligira) una musicalizzazione optical, cubista, visionaria, che libera e destruttura  il flusso musicale milonguero dalla solita prevedibile convenzione tandas y cortinas. Fuori dalle regole prospettiche della tradizione il musicalizador psichedelico stupisce e perturba (spesso sgomenta e lascia interdetti) i ballerini con accostamenti arditi e inconsueti di tanghi eterologhi (non tutti sempre riconoscibili come tanghi, ma spesso come allucinazioni sonore) in cui nuove e impreviste coerenze possono trovarsi in mezzo all’apparente anarchica accozzaglia.
Questa categoria può essere facilmente confusa con un'altra similare,  quella del Musicalizador schizzofrenico. Il  Musicalizador schizzofrenico (o bipolare) ama piuttosto eccedere nell'affiancamento di tanghi tra loro contrastanti. Salta di palo in frasca con effetto ottovolante (dalle stelle alle stalle e dalle stalle alle stelle) assemblando nella stessa tanda (o in tande contigue o nella stessa onda musical) orchestre di stili, periodi e ritmi di tango differenti, antitetici, stridenti, ossimoricamente uniti dal criterio del contrasto reciproco. Elimina così ogni intenzione progressiva, favorendo tanghi incoerenti, discontinui o addirittura imballabili (Gotan Project e Di Sarli). Tutte cose che lui chiama "sorprese". La musicalizzazione bipolare migliora notevolmente se si offre da bere al musicalizador schizzofrenico. Occorre segnalare la coestistenza di due specie profondamente diverse: il musicalizador avaro (chiuso nella sua visione musicale che ha precise gerarchie, esclusioni e censure. Pensa di avere un tesoro in mp3 e quando gli chiedi di dirti il titolo di un brano nuovo dice che non lo sa o lo ha dimenticato perchè paura che glielo rubi) e il musicalizador  generoso (aperto alle novità e alla condivisione,  spesso mette da parte i suoi gusti e si sforza di interpretare quelli della pista; e quando gli chiedi di dirti il titolo di un brano nuovo te lo dice volentieri, ti da il file ed è contento che glielo chiedi ).

Il  Musicalizador umorale 
è piuttosto diffuso. Più che seguire gli umori della serata segue i suoi. E c’è da sperare che non abbia litigato con la fidanzata o con il commercialista. Nel qual caso rischi che ti ricicli la playlist dell’altra volta con la tanda di Caceres sempre tristemente identica a se stessa. Il Musicalizador umorale può essere professionale o improvvisado, fantasioso o tradicional… in ogni caso conosce le regole di una buona musicalizzazione. Tende prevalentemente a seguire i suoi  gusti personali (e a convincersi in buona fede che siano quello di tutti, per cui se una cosa non gli piace, foss'anche Recuerdo, non è buona ergo non la mette) mediamente accettabili ballabili e godibili per il tanguero medio, con picchi (a seconda dell'umore) estremi di smerigliamento ammorbante o  eccessi di elettronismi monomaniacali o scopiazzature banali riproposte come originali o  imitazioni riuscite o ottusità ortodosse che nessun porteno si sognerebbe mai. A volte è attraversato da occasionali stati di grazia in cui diventa davvero un musicalizador perfecto, si sintonizza con la pista, rimane in contatto con i ballerini, insomma riesce perfettamente interpretare l’energia della milonga, a elevarla con sorprese o anticipazioni di desideri, intercettando i segnali delle coppie, il ritmo delle loro emozioni e i vari richiami di accoppiamento.
Se l'umore è buono l'umorale si fa attento, pieno di cura: se capisce che la serata è ad alto tasso di principianti non eccede con musica complessa, governa la transumanza milonguera con tanghi ritmici, senza far mai mancare ai maldestri incipienti un tocco di dovuta eleganzavals. Poi magari stupisce intercettando i gemiti di tre quattro insofferenti o il richiamo devoto di fedeli con tanghi riempipista inaspettati, ma non appena vede che l’ecitazione di ballo aumenta il rischio di incidenti... ecco che interviene saggiamente con una tanda tranquilla che sa ammansire gli animi e i corpi.

Il musicalizador in stato di grazia è uno dei tanti misteri gloriosi della natura (e, per alcuni, della fede) milonguera. E' colui che, improvvisamente, per virtù dello Spirito Santo Milonguero transustanziato (perchè è Lui che musicalizza, mica può essere davvero il Pincopanco Umorale)  crea l’onda musicale perfetta, mistica; quella in cui tutti i tangueri si sciolgono in un unico elemento, un unico appagante abbraccio che alterna lirismo e pathos, modernità e tradizione, uniformità e sorprese, dramma e leggerezza, anima e corpo...  tutti scanditi in un'unisona armonia.  E quando la musica finisce senti... lo capisci dal silenzio, da come vibra l'aria, dagli sguardi che non si cercano per trattenere ancora la grazia. E vorresti ringraziare. E sorridi verso l'altare del musicalizador. E ti pare di sentirgli dire  Ite milonga est... E vai in pace.


Fonte: Cristiana Casuscelli (hastalamilonga)